Venerdì Santo a Villasor: Un Racconto Personale
In queste ore tarde del Venerdì Santo Villasor, mi ritrovo nuovamente immerso nei pensieri, tessendo parole per raccontare la Settimana Santa a Villasor. Solitamente, inizio narrando le prime impressioni appena giunto, ma questa volta scelgo di partire dalla gratitudine che mi avvolge.
Un ringraziamento speciale va alla Confraternita Madonna del Rosario di Villasor e a Eugenio con la sua famiglia Matta.
Grazie alla loro accoglienza, ho avuto l’incommensurabile fortuna di entrare in contatto con anime magnifiche, dal cuore immenso. Non è stato solo un’opportunità per immortalare con la mia fotocamera e scoprire le tradizioni di questa sacra settimana, ma mi hanno permesso di vivere in prima persona la Via Crucis.
Ho percepito l’intensa devozione che anima i fedeli di questo luogo, una sensazione profonda e commovente.
Mi rincresce che i miei amici fotografi abbiano optato per le più note processioni, lasciandomi solo in questa avventura. Capisco le loro scelte, eppure assicuro che, sebbene qui non si conquistino premi Nobel, vi sono storie vere da catturare. Le usanze che emergono da una devozione radicata nella terra e nelle persone di questo paese.
Nei miei scatti, ho cercato di catturare l’essenza di momenti unici:
una coppia abbracciata in attesa della processione,
l’uomo dal giubbotto giallo che veglia su tutto
la folla che mi circonda.
Non ho potuto resistere all’istinto di immortalare la Confraternita e le espressioni di chi, da casa o affacciato alla finestra, partecipa fervorosamente.
….Venerdì Santo prosegue con l’arrivo a Villasor, dove mi accolse una chiesa brulicante di fedeli in preghiera.
La Confraternita, già posizionata con solennità, e tre bambini San Giovanni la Maddalena e Maria, partecipano attivamente alla cerimonia. La presenza di enigmatiche dei Veroni, nuove ai miei occhi ma sicuramente fonte di timore per i più piccoli negli anni passati, aggiungeva un fascino particolare.
Il silenzio, interrotto solo dai canti, annunciava la morte di Cristo in un momento di profonda commozione.
Il rituale della rimozione della corona di spine e dei chiodi
eseguito con meticolosa grazia, e il successivo trasporto del corpo di Cristo davanti alla statua della Madonna,
preparava tutti al culmine della processione. In questo momento, la comunità intera, unita più che mai, si avvicinava in preghiera, immortalando l’evento che ogni anno riunisce il paese per la Pasqua.
Questa è la mia testimonianza, un grazie scritto nelle stelle di quella notte sacra, dove il tempo sembrava sospendersi tra il sacro e il profano, tra il divino e l’umanamente tangibile.
La Settimana Santa di Villasor, un tessuto di tradizioni e momenti condivisi, rimarrà impressa nel mio cuore e nei miei scatti, narrando di fede, comunità e umanità.
Questo è il mio ringraziamento…
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